
Ogni volta che sentiamo pronunciare la parola Vegan qualcuno è assalito da un profondo fastidio e, in automatico, si chiude a qualunque forma di apertura, assaggio o scoperta.
Al contrario, troviamo invece i puri fan del veg, quelli che portano avanti questa filosofia con etica e determinazione non prestando per forza attenzione alla parte salutistica del piatto.
In questo articolo non disquisirò su nessuna delle due fazioni e, lungi da me il fatto di istillare polemiche; ho deciso invece di presentarvi un piatto che potrebbe essere un bel messaggio di “pace” e che, secondo me, potrebbe mettere d’accordo proprio tutti.
Un sempreverde della mia #cucinainclusiva a base vegetale: il burger.
Se c’è una cosa che proprio non mi va giù quando si parla di andare a tavola è la monotonia.
Ecco perchè mi piace proporre nei mie menù varianti agli ingredienti tradizionali, non è la ricerca “dello strano” a tutti i costi, piuttosto una opportunità e la voglia di uscire dagli schemi.
Il legume che ho voluto utilizzare è un legume a me caro: le cicerchie.
Le cicerchie profumano della mia Terra, le Marche, una delle regioni meno monotone della penisola; nell’arco di 50 km puoi perdere lo sguardo dalla collina al mare, per poi arrampicarti verso l’Appennino.
Goditi quindi un legume antico, dal sapore autentico che ricorda i camini accesi, le zuppe con una lunga cottura, il vapore che dal camino avvolge come una soffice nuvola tutta la cucina e sa di buono.
Eccoti la versione smart della cicerchia, in formato burger.
A questo punto forse ti sarà venuta fame, rimediamo?
Ecco il link per la ricetta completa.