Il turismo è influenzato dalla cultura di massa che tutto move e tutto prova. 

Quanti reel o tiktok avete visto iniziare con: ti porto, ti faccio conoscere un posto segreto nelle vicinanze di?

Social, influencer, serie e trasmissioni TV e cinema sono stati e sono ancora di più il modo per far scoprire e conoscere i luoghi da visitare e da frequentare.


Una tendenza, avrei dovuto scrivere trend per essere più à la page, sempre più diffusa, incentivata e richiesta ma con una contro indicazione feroce che l’organizzazione mondiale del turismo chiama con un termine sentito spesso in questi anni: OverTourism. 

Fateci caso, quando siamo in difficoltà finiamo per utilizzare un termine inglese perché più immediato e perché fa meno paura ergo traduciamolo in modo più chiaro:

Overtourism = Sovraffollamento.

Pensate alla vostra ultima visita a Venezia, Roma o Firenze.

Il lido o la spiaggia pubblica di questa estate od alla montagna non solo a ferragosto, vi sarà capitato di dire: ma quanti siamo oggi? 

Prendetelo e moltiplicatelo:

Tanti o Troppi? 

Nell’estate degli scontrini, della separazione dei toast e dell’Albania ritrovata, del vogliamo il pieno delle presenze ma poi c’è troppa folla ed attesa il turismo, le infrastrutture ed i residenti sono concordi solo su di una cosa:

Il turista è, forse,  un ospite il primo giorno, un peso il secondo ed il terzo diventa una seccatura.


Ciò accade  perché tra chi vuole e può godersi un posto più a lungo e chi vuole e può starci poco le carte si sono mescolate ed a rimetterci è l’ospitalità. 

Le prime soluzioni sono le più ovvie e sensate

  • Aumentare le infrastrutture è un investimento che richiede però di coinvolgere le comunità locali.
  • Nuovi regolamenti e restrizioni come il numero chiuso 
  • Creare nuovi itinerari e promuovere il turismo fuori periodo

Eppure non sono sufficienti.

Una soluzione? L’inclusione.

Per attrarre turisti più responsabili bisogna fare in modo di sviluppare e promuovere i luoghi e le esperienze generando benefici sia per i turisti che per i residenti. 

Per attrarre turisti più consapevoli bisogna comunicare e comunicarsi ascoltando e soddisfacendo le loro esigenze.

  Tutti noi facciamo ricerche, poniamo domande e cerchiamo risposte prima di visitare un luogo e sono i contenuti che ci danno più fiducia a convincerci non quelli che troviamo e basta.

Per attrarre turisti più disponibili bisogna farli sentire come ospiti specie se hanno bisogni specifici da accontentare a livello alimentare o di ospitalità, dettato da motivi etici, etnici, medici o religiosi che chiedono maggior cura, preparazione, attenzione e rispetto. 

L’affollamento non è, già, più sostenibile  infatti l’Environment Sustanibility Performance dell’Unione europea ha indicato ben 18 parametri per monitorare la salute ambientale in rapporto ad aria, acqua, suolo ed a tutte le risorse naturali di un paese e contrastare tale fenomeno.

L’inclusione è semplice  eppure non facile però, mia opinione, sempre più necessaria perché apre ad un modello di turismo responsabile e premia solo  i lungimiranti.

Difatti…

Il rumore di passi dei visitatori in un posto è come una medicina ma sta a noi sceglierne l’effetto che fa.

A presto, Massimo